UN PASSO ALLA VOLTA
Purtroppo la parentesi scandinava che abbiamo commentato, con le difficoltà rilevate a Ruka e a Lillehammer, non tende a chiudersi.
La condizione, che prima della partenza di Coppa sembrava importante, stenta ad arrivare. Se le prime tappe non hanno destato particolari ansie, il perdurare di queste "sensazioni", non soltanto per Francesco ma per buona parte della squadra, cominciano a sollevare perplessità. Non tanto sulla bontà della preparazione, che con il suo carico importante sottintendeva un periodo di assimilazione, quanto per il tempo che stà richiedendo per permettere il ritorno di quelle importanti buone sensazioni, in parte riavute non nella 15km di massa del sabato quanto nella frazione di staffetta della domenica a La Clusaz. In baracca prima della staffetta una sensazione veramente difficile: Francesco preoccupato, agitato, assente.. come raramente lo avevamo visto: aveva bisogno di questa seppur minima certezza che, per fortuna, è arrivata! Un segnale tanto piccolo quanto importante per poter pensare ad una ripresa in tempo per il Tour de Ski. Ora due settimane di pausa Natalizia, e si ripartirà l'ultimo dell'anno dalla Val Mustair.
Siamo fiduciosi e come sempre consci delle qualità che Francesco ha dimostrato nelle passate stagioni, non tanto per gli acuti, quanto per la buona regolarità che gli ha permesso il buon 12° posto di classifica generale 2015-16, stagione passata. Convinti quindi che prima o poi tutto si trasformerà in un beneficio, per una condizione che lo possa rincuorare per affrontare una stagione che è solo all'inizio e che prevede appuntamenti assolutamente importanti quali i Mondiali, in sedi importanti quali Lahti, foriere in passato della prima vera espressione di Franci e che sicuramente riserva uno spazio particolare nel suo cuore.
"Sapevo già da tempo che la 30 Km di Davos sarebbe stata una gara difficile, non a caso nella programmazione della stagione avevamo deciso insieme agli allenatori di saltarla per recuperare a pieno dal mini-Tour di Lillehammer. Il caso però ha voluto che tutto cambiasse, infatti l'inizio non proprio sfavillante ci ha fatto propendere per la scelta di andare a Davos nella speranza che uno sforzo così lungo e continuo potesse aiutare a risollevare la mia condizione. Così non è stato, anzi mi ha affaticato molto, è servita però per comprendere che quello di cui avevo bisogno non era continuare a caricare, ma bensì riposare. Nella settimana successiva ho fatto poco allenamento e a ritmo lentissimo, se non per due sedute di rapidità. Ho saltato persino i lavori pre-gara che solitamente si programmano 3 giorni prima a quello di gara a cui si punta. Mi sono presentato a La Clusaz nella 15 Km mass-start a tecnica libera privo di aspettative, la mia unica ambizione era quella di ritrovare le sensazioni che quest'anno non avevo ancora provato in un gara con gli sci ai piedi. In realtà anche in quella circostanza si dimostrò impossibile per me tenere il ritmo dei primi. Stavo sinceramente perdendo le speranze, quando nella seconda frazione del giorno successivo, nella staffetta 4x7,5Km, ero finalmente di nuovo me stesso, sia nella sciata, che nel ritmo, che nella voglia di voler stare davanti. Giusto in tempo a risollevare il morale per allenarmi con rinnovata motivazione durante la lunga pausa natalizia!"
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